domenica 19 ottobre 2014

Rassegna "Monviso vis à vis"

Dopo il recente gemellaggio tra Groscavallo ed Ostana, nella Valle del Po, la rassegna "Monviso vis à vis" si concluderà sabato 25 ottobre con una mia proiezione dal titolo: "Tra Vanoise e Gran Paradiso: dall'alpinismo accademico al trad"

lunedì 3 marzo 2014

E' uscito!

E' disponibile il nuovo libretto "Il bivacco Ferreri-Rivero nel vallone della Gura". La presentazione si terrà sabato 19 aprile alle ore 21 presso l'Albergo Pialpetta di Groscavallo, con una proiezione sulla storia dei rifugi e dei bivacchi in Val Grande di Lanzo.

giovedì 30 gennaio 2014

Torrioni del Biollè: schiodare le "vie classiche"?

Se ne era parlato in passato, se ne è parlato di nuovo in questi giorni: liberare le vie vie "classiche" dei Torrioni del Biollè da una condizione "full spit", restituendo almeno in parte l'ingaggio origianario ai ripetitori di oggi. Se è vero che le attrezzature odierne ci impediscono di avvicinarci anche solo in minima parte all'impegno che affrontarono i primi salitori, è però altrettanto vero che una chiodatura integrale con spit "uccide" qualsiasi incertezza della riuscita e mortifica il valore storico della "prima salita". Gli interventi di rimozione degli spit potrebbero riguardare sostanzialmente la "Via del camino" (peraltro oggetto di alcune varianti recenti), riportando il tracciato originale all'interno del camino stesso. Un'altro intervento riguarderebbe la "Via del diedro" con la rimozione di tutti gli spit del diedro iniziale della seconda lunghezza, lasciando invece gli spit che sostituivano i chiodi e i cunei dell'artificiale originario (oggi 7a+). Anche la celebre fessura Motti potrebbe essere liberata da 3 protezioni ritenute superflue, garantendo soltanto lo spit iniziale che sostituisce il vecchio chiodo a pressione. Lo scopo non è dunque combattere o rinnegare uno spit che, su quelle vie, fu posizionato con lo scopo di riportare "alla luce" un pezzo di storia dell'arrampicata della Val Grande che era destinato all'oblio, quanto prendere atto che oggi si può pensare ad un recupero delle vie classiche in modo meno invasivo e banalizzante. L'uso dello spit con concezioni "plaisir" con lo scopo di far salire chiunque fino al termine di una via di arrampicata, comincia infatti oggi a perdere tutta la sua falsa legittimità nel nome di un bene collettivo della comunità degli arrampicatori. Si riscopre invece il gusto dell'avventura lungo fessure interamente da proteggere, con una maggiore accettazione dei propri limiti psicologici e tecnici. I Torrioni del Biollè, potrebbero così tornare a offrire un terreno in cui convivono un'arrampicata di tipo sportivo ed una di stampo "tradizionale".

sabato 18 gennaio 2014

Nasce il GRUPPO ROCCIATORI VAL DI SEA

Grazie all’iniziativa di alcuni appassionati si è costituito in Groscavallo il “Gruppo Rocciatori Val di Sea”, con lo scopo di promuovere l’arrampicata in tutte le sue forme nel vallone di Sea. Storico luogo della scalata piemontese, il vallone ha affascinato con le sue pareti di gneiss quasi tre generazioni di arrampicatori, legando il suo nome a fuoriclasse come Gian Piero Motti, Gian Carlo Grassi, Ugo Manera e Isidoro Meneghin. Come la triestina Val Rosandra, il vallone di Sea è divenuto un luogo di frequentazione quasi mitico, attirando centinaia di scalatori da tutta Italia e divenendo sede, da 4 anni, di un importante raduno che si tiene l’ultimo week-end di luglio. L’intenzione del nuovo gruppo, non è soltanto quella di riunire gli estimatori della scalata su queste pareti, ma anche difenderne, conservarne e divulgarne la storia. Capogruppo reggente, fino alla prima assemblea che si terrà in occasione del Vallone di Sea Climbing meeting 2014, è stato eletto il cantoirese Marco Blatto, protagonista da un ventennio dell’arrampicata sulle pareti e le montagne del vallone nonché ricercatore, studioso di paesaggio alpino e storico dell’alpinismo. «Da tempo si pensava alla costituzione di un gruppo di amici che potesse occuparsi di tutelare l’unicità di questo luogo ricco di storia, caratterizzato da un paesaggio straordinario – spiega Blatto - un milieu che tocca profondamente la sensibilità estetica di chi ci mette piede la prima volta. L’anima del paesaggio è senza dubbio uno dei motivi del crescente successo del meeting di arrampicata che, ogni, anno organizziamo con il Caai». Il Gruppo Rocciatori Val di Sea conta già una trentina di membri, tra cui molti nomi noti della scalata subalpina di ieri e di oggi. L’adesione è molto semplice: occorre aver salito almeno dieci itinerari sulle pareti del vallone per dimostrarne l’”affezione”. L’elenco delle salite, corredato di data e componenti della cordata, va inviato a rocciatorivaldisea@libero.it. Continua Blatto. «Conoscere le vie salite di ciascuno degli aderenti ci permette di ricostruire un’importante microstoria del luogo, che va ad aggiungersi al notevole materiale fotografico, pubblicistico ed ai registri di scalata di cui siamo in possesso». Ogni membro riceverà poi il distintivo ufficiale del “gruppo rocciatori”. A partire dalla prossima primavera, la sede operativa del neonato sodalizio sarà installata a Forno Alpi Graie”. Intanto è in fase di preparazione una nuova guida delle pareti di Sea, oltre che un blog che permetterà di scambiare opinioni e mantenere aggiornati gli appassionati. "Da il Risveglio del Canavese e delle Valli di Lanzo"

Inaugurato il "rinato" bivacco CAAI "Ferreri-Rivero" nel vallone della Gura

La cerimonia di riapertura e di intitolazione del rifugio a Eugenio Ferreri e Michele Rivero si è tenuta domenica 8 settembre 2013, in concomitanza con la festa di chiusura del Rifugio Paolo Daviso e al termine di un lungo programma di manifestazioni che si erano svolte in Val Grande per il 150° di fondazione del Cai. Nonostante il tempo incerto un piccolo gruppo di alpinisti e di escursionisti è partito alle ore 7,30 da Forno Alpi Graie, raggiungendo il rifugio alle ore 10,00. Tra i presenti: Marco Blatto, presidente della Delegazione Piemonte e Valle d’Aosta del Gism, Claudio Picco, presidente del Caai-Gruppo occidentale, Osvaldo Marengo presidente della Sezione di Torino del Cai, Carlo Soldera presidente della Sezione di Venaria del Cai con la vicepresidente Franca Guerra, Flavio Chiarottino, vicepresidente della Sezione di Cuorgnè del Cai; tra gli Accademici: Mauro Penasa, Claudio Sant’Unione, Enrico Pessiva. Prendevano la parola: per la Sezione di Torino del Cai Osvaldo Marengo, per il Caai Claudio Picco e per il Gism Marco Blatto, che leggeva l’orazione ufficiale: “Sono molte le motivazioni che oggi ci hanno condotto quassù, 126 anni dopo i nostri predecessori, che vollero, in quel lontano 4 agosto del 1887, dare al Vallone delle Gure un punto d’appoggio per l’esplorazione e la frequentazione delle sue montagne. Abbiamo, nei numerosi decenni, ereditato e custodito un pezzo importante della storia alpinistica subalpina, ne abbiamo visto accrescere tra le solide mura le fortune, così come tra le crepe e gli infissi ormai invecchiati al gelo degli inverni, abbiamo udito progressivamente spirare la brezza dell’oblio. Queste semplici mura raccontano di imprese alpinistiche, di momenti di caccia esaltanti, di episodi militari e di lotte partigiane. Ed è per questo che abbiamo creduto fermamente - e crediamo - che questa costruzione rappresenti oggi un bene prezioso per la cultura materiale valligiana e subalpina. Oggi, come in quel 4 agosto, si ritrovano sui fianchi della Gura associazioni alpinistiche, d’arma, di cacciatori, valligiani e semplici appassionati venuti dalle pianure, perché il rifugio è parte integrante di quella geografia degli affetti che è propria di chiunque abbia con la montagna un rapporto non già utilitaristico ma etico ed ideale. Lo storico Rifugio della Gura, possa dunque offrire nuovamente riparo a tutti coloro che percorreranno queste montagne, con l’esempio degli avi e con una sensibilità nuova per il futuro. Domenica 8 settembre 2013 – Vallone della Gura”. Seguiva la benedizione officiata da Don Beppe Biancardi, “il cappellano degli alpini” del Gruppo Ana di Torino Centro. Dopo aver apposto un nuovo libro del rifugio, firmato da tutti i presenti, la comitiva si trasferiva al Rifugio Paolo Daviso, dove veniva celebrata la S.S. Messa, seguita poi da un pranzo a base di polenta preparato dai gestori. Veniva quindi consegnato a Marco Blatto il “Premio Nazionale di Alpinismo Paolo Armando – Edizione 2013”, per la sua attività alpinistica effettuata nelle Alpi Occidentali ed in particolare nelle Graie Meridionali. Blatto, che ringraziava la giuria per la fiducia accordatagli e la candidatura sostenuta dal Caai, cedeva però idealmente il premio alla memoria dell’Avvocato Giuseppe Corrà, promotore del primigenio del Rifugio della Gura ed esploratore infaticabile di quelle montagne.

Successo del "Povere di Stelle - bouldering contest"

Un vero record di partecipazione quest’anno alla quinta edizione del Vallone di Sea Climbing Meeting, organizzato con il patrocinio del Club Alpino Accademico Italiano e della Società Arrampicata Sportiva Palavela di Torino. Sulle splendide strutture del Vallone di Sea si sono cimentati protagonisti di ieri e di oggi dell’arrampicata piemontese, mentre decisamente in crescita nell’ambito di questa manifestazione è lo spazio dedicato all’arrampicata sui massi o bouldering Oltre a confermare un grande interesse da parte dei più giovani, questa disciplina si rivela una notevole potenzialità per un vallone che oggi rappresenta un pezzo di storia dell’evoluzione dell’arrampicata occidentale. Il fuoriclasse cuneese Alessandro Palma ha risolto tutti i difficili itinerari preparati dai tracciatori della SASP-Torino, così come Nicolò Manca, che per primo ha salito un impegnativo quanto adrenalinico passaggio che per decenni era stato un progetto irrisolto. Un ottimo successo di pubblico lo ha riscosso, sabato sera, la conferenza tenuta da Enzo Cardonatti presso il ristorante Setugrino di frazione Pialpetta. Attraverso rari filmati ed immagini sono state ripercorse le tappe fondamentali dello “sci ripido” sulle Alpi occidentali. Come organizzatori non possiamo che ritenerci soddisfatti organizzatori ma ci si chiede se, finalmente, in un prossimo futuro eventi come questo riusciranno a destare maggiormente l’attenzione degli amministratori locali, riconoscendo nella Val Grande un terreno privilegiato e di risorsa turistica per la pratica dell’arrampicata in tutte le sue forme.